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La Boi​̂​te Noir E

by Flavio Scutti

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1.

about

Music for theater performances

La Boîte Noir E | ESPERIMENTOQUADRO feat Flavio Scutti | CH
6 April 2017 - La Reliure 45 rue de Saint-Jean 1201 Genève

La mémoire constitue-t-elle la façon de regarder chaque instant?

Lorsque vous faites appel à votre mémoire, vous récupérez ses différents éléments constitutifs pour créer une forme nouvelle. Ce qui apparaît n’a jamais existé auparavant. En somme, chaque fois qu’un souvenir se manifeste, vous créez. Le souvenir se forme donc dans le présent. La mémoire est donc présente autant que passée.

Le philosophe contemporain Bernard Stiegler explore le concept de la mémorisation dans son processus créatif. Les rétentions sont des sélections: dans le flux de conscience que vous êtes vous ne pouvez pas tout retenir, ce que vous retenez est ce que vous êtes, mais ce que vous retenez dépend ce que vous avez déjà retenu. Stiegler a identifié (identifie) trois types des rétentions. Les rétentions primaires sont ce qui arrive au temps de la conscience et ce que la conscience retient. Ex. La rétention primaire est ce qui retient une note de musique entendue pour la lier à celle qui suit. Les rétentions secondaires sont les rétentions primaires qui sont retenues par votre conscience, étant entendu que celles-ci ne peut pas tout retenir. Les rétentions tertiaires sont les sédimentations (conscientes et inconscientes) qui se sont accumulées au cours des générations, et qui constituent de ce fait un processus d’individuation.

Les rétentions primaires (R1) sont le «tout juste passé» que vous retenez présentement, les rétentions secondaires (R2) sont les filtres par lesquels vous ne retenez pas tout, les rétentions tertiaires (R3) résultent de individuation technique, elles surdéterminent les deux autres; si bien qu’on peut écrire: «R3 (R2(R1))». Tout objet produit par l’homme est une rétention tertiaire. Les rétentions tertiaires sont le milieu dans lequel interagissent les rétentions primaires et secondaires. Ces rétentions tertiaires, Bernard Stiegler les appelle aussi epiphylogénétiques, car elles constituent un système de support de mémoire externe à notre propre corps, et grâce auquel nous nous transmettons une mémoire de générations en générations.
En janvier de cette année, le philosophe italien Umberto Eco, écrit à son neveu une lettre dans laquelle il l’exhorte à étudier par cœur. Il parle d’une maladie qui affecté la génération actuelle: la perte de mémoire.

La mémoire vivante, la mémoire morte, la mémoire volontaire et involontaire, la mémoire collective, la mémoire de qui ? , celle du corps et des rêves, et encore celle de la langue et celle motrice.

Ces objets sont partagés et évoqués avec le public, dans une performance qui n’a pas encore de memoire.


Cos’è

Un lavoro performativo sulla memoria, i meccanismi che ne determinano il funzionamento e come questi a loro volta determinano la struttura di cio’ che ricordiamo.

In breve

Partendo dagli studi di tre importanti esponenti in diverse discipline, Daniel Kahneman (psicologia cognitiva), Marvin Minsky (scienze cognitive)e Bernard Stiegler (filosofia contemporanea), ci siamo posti il problema di come lo spettatore ricorda l’esperienza della performance e di come mettere in luce che i performer sono essi stessi soggetti mnemonici, vincolati a condividere con il pubblico lo spazio del ricordo.

Razionale

La memoria determina il modo di osservare ogni istante?

Quando i centri della memoria si attivano, diversi elementi vengono recuperati per creare una nuova forma.

Ciò che ci appare non è mai esistito prima: ogni volta che si manifesta un ricordo, si crea.

Il ricordo si forma nel presente mentre la memoria che lo concepisce opera come un ponte tra presente e passato.

Nell’ esplorazione del suo processo creativo, il filosofo francese contemporaneo Bernard Stiegler esplora il concetto di memorizzazione parlando di ritenzione. Le ritenzioni sarebbero delle selezioni: nel flusso di coscienza che siamo, non ci è possibile ricordare tutto, quello che ricordiamo è quello che siamo, ma quello che riteniamo dipende da ciò che avevamo già ritenuto, selezionato, in qualche modo (in)consciamente scelto. Nella sua analisi Stiegler identifica tre tipi di ritenzione:

- la ritenzione primaria, ovvero ciò che accade nei momenti di coscienza e che questa immagazzina. Un esempio di ritenzione primaria è quella che ci permette di ascoltare una nota musicale e di collegarla a quella successiva.

- le ritenzioni secondarie, ovvero le ritenzioni principali che sono stoccate dalla nostra coscienza, tenendo conto il fatto che questa non può ricordare tutto.

- le ritenzioni terziarie, ovvero le sedimentazioni della coscienza e dell’inconscio, che si sono accumulate nel corso delle generazioni, e che costituiscono quel che si potrebbe definire un processo di individuazione.

In sostanza, le ritenzioni primarie (R1) sono l’ "appena passato", che s’imprime nella mente oggi, le ritenzioni secondarie (R2) sono i filtri a causa dei quali non immagazziniamo tutte le informazioni, le ritenzioni terziarie (R3) sovradeterminano le altre due, in un processo d’individuazione tecnica che ci consente di scrivere: "R3 (R2 (R1))."

Tutti gli oggetti prodotti dall'uomo sono ritenzioni terziarie, l'ambiente in cui interagiscono le ritenzioni primarie e secondarie.

Bernard Stiegler chiama queste ritenzioni terziarie epiphylogénétiques, « epifilogenetiche », in quanto forniscono un sistema di supporto, di memoria esterna al nostro corpo attraverso il quale si trasmette la memoria di generazione in generazione.

Quando nel gennaio del 2014, il filosofo italiano Umberto Eco scrisse al nipote una lettera in cui lo esortava ad imparare qualsiasi cosa, anche futile, a memoria, metteva in evidenza una malattia che affligge tutta la generazione contemporanea: la perdita della coscienza mnemonica.

La memoria è multipla.
La memoria è viva, svanita, elettronica, volontaria ed involontaria, collettiva, di chi? del corpo e dei sogni, del linguaggio e motoria.
La nostra memoria è l’ultimo baluardo tra l’identità umana e l’oblio dell’automazione.

Struttura
Intro: 0-5 min / spazio vuoto, audio e video iniziano a dar vita alla scatola / i performer sono fuori dalla scena, entrano a tempi alterni fino ad occupare ognuno un posto a sedere su dei cubi neri nello spazio.
Proiezioni attraversano i loro corpi in modo irregolare.

Quadro I: 6-10 min / i performer cominciano ad utilizzare le scatole come casse di percussione per la creazione di un ritmo collettivo, cacofonico inizialmente e gradualmente piu’ serrato. Il ritmo raggiunto si ispira ai videogame anni 80 (esempio: Tetris - www.youtube.com/watch?v=NmCCQxVBfyM ). Una volta raggiunto il ritmo collettivo, i performer iniziano a sganciarsi dai cubi, avanzando lentamente verso il pubblico. Non c’è aggressività qui, solo un naturale movimento d’insieme verso la direzione del pubblico.

Quadro II: 11-15 min / dall’azione lenta si passerà bruscamente ad un moto nello spazio molto rapido, che si concluderà con un set di 3 performer visibili mentre gli altri saranno al suolo. I due performer visibili sul fondo scena inizieranno un dialogo improvvisato della durata di 2min+1min+30secondi. I dialogo è infatti ri-creato ogni frazione di tempo, da capo. Un segnale scandisce la fine di ogni “round”.

Quadro III: 16-18min / tutti i performer si “riattivano” ricreando una dinamica che porta all’esecuzione di un “telefono arabo” col corpo - ovvero una sequenza in cui si trasmettono un gesto copiandolo l’uno verso l’altro, senza che il successivo della catena se ne accorga. In questa fase è possibile inserire registrazioni audio e/o audio di memorie.

Quadro IV: 19-23min / tutti i performer si sganciano dall’azione precedente per ritrovarsi a distribuire scatole nere al pubblico. Le scatole nere, sono micro scatole in cartone, nere, vuote ma ripiene di naftalina. Quando il pubblico le aprirà e le passerà tra i presenti verrà rapidamente invaso da questo odore che serverà da marker per ricordi pregressi o futuri.

Quadro V: 24min-28min / 3 performer su scena, come nel quadro II, ma invece di un dialogo, 2min+1min+30secondi, verrà improvvisata una danza a due. Il terzo performer scrive, in real-time, quello che vede accadere su scena, per poi rileggerlo (microfono), durante l’esecuzione di 1 min. Al termine di questa azione, i due danzatori escono, l’ultimo performer resta su scena, prende una macchina fotografica istantanea, si avvicina al pubblico, scatta una foto (no sound/flash qui), va via. Una decina di secondi dopo la sparizione parte una serie di flash fotografici molto forti, proiettati, con suoni annessi. La scatola si chiude.


DAF FESTIVAL | 5 au 9 AVRIL 2017 | daffestival.com Expérimentations ou premières visions, l’art déviant n’a, selon nous, ni préjugés, ni prétentions. Il est multiple, ambulant, mutable, mouvant. Il est kaléidoscope et action.
Cette année, le DAF célèbre son 5ème printemps. Pour l’occasion, en plus de la farandole incontournable d’hyperactifs du son, du corps et du bidouillage, on y verra également défiler une sélection d’hôtes à même de nous rassasier la panse et la pensée.
C’est donc avec un plaisir immense que nous vous invitons à notre célébration de 5 jours, à partager l’énergie de l’instant présent avec cette simple certitude: être ensemble.

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Flavio Scutti Milano, Italy

Flavio Scutti is a producer of video and sound digital art. He started to be interested in computer graphics as a teenager, when he bought a Commodore Amiga. Since 1995 he's leading researches about new and experimental audio-visual languages, through the study of electronic systems.

www.chincaglie.altervista.org
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